Stasera, a Palma Campania

La lapide realizzata in memoria di Elia Iervolino, sindaco di Palma Campania dal 1903 al 1910, è pronta a ritornare nella sua collocazione storica presso la piazzetta del borgo di Castello.

Su iniziativa della Pro Loco Palma Campania, nella giornata di venerdì 24 marzo, alle ore 18:00, si svolgerà una speciale cerimonia per l’apposizione di una copia della lapide originale, che in passato insisteva nella piazzetta della frazione collinare di Palma Campania.

Attesi, per l’occasione, gli interventi di Antonio Ferrara (presidente della Pro Loco Palma Campania), di Elvira Franzese (assessore alla Cultura) e di Nello Donnarumma (sindaco di Palma Campania). L’Amministrazione Comunale di Palma Campania ha offerto patrocinio morale alla manifestazione. Durante l’evento si esibirà la banda musicale comunale “Agostino Peluso Cassese”.

Antonio Ferrara, presidente della Pro Loco, dichiara: «Tra le prerogative della nostra Associazione assume particolare importanza l’impegno di rappresentare, ricostruendoli nel loro valore e significato storico, i luoghi, le situazioni e gli eventi del passato che hanno caratterizzato la realtà storica dei nostri ambienti di vita. Consapevoli di questa azione, già nel 1999 – attraverso il nostro periodico “Il Foglio” – avevamo auspicato una iniziativa pubblica per il ripristino, nella piazzetta della frazione Castello, dell’antica lapide che ricordava l’azione del Sindaco Elia Iervolino (Sindaco di Palma Campania dal 1903 al 1910), rimossa e mai più ritrovata, anche al fine di rinnovarne il ricordo. La Pro Loco Palma Campania si è attivata per il rifacimento di detta lapide, con la conseguente ricollocazione nel suo posto “storico”. Nella giornata di venerdì si svolgerà un’iniziativa estremamente qualificante in termini sociali e civili».

 

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35 anni e non sentirli

“35 anni e non sentirli”, questo il titolo dell’editoriale del numero di gennaio/febbraio del Liofante, il bimestrale della Pro Loco di Colli del Tronto, uno dei due presenti nelle Marche (l’altro è il Campanon di Sant’Angelo in Vado).

I 35 anni sono riferiti a quelli di pubblicazione del giornale, che nacque come mensile, in bianconero, su otto pagine, per iniziativa dell’allora presidente Pro Loco Altero Cinaglia, riprendendo un’idea di Gianni Baiocchi. 

La scelta del nome della testata voleva ricordare l’animale presente nello stemma di Colli del Tronto, nonchè in quello della Pro Loco.

Nell’immagine qui di fianco quello che fu il numero zero del giornale.

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La prima sagra dell’anno, a Tiggiano

Pestanache in vendita alla fiera di Sant’Ippazio

E’ probabilmente la prima sagra dell’anno, quella che si festeggia il 18 gennaio a Tiggiano, nel Salento, dedicata alla pestanaca.

Certo, gennaio sotto l’aspetto meteo non è il periodo ideale per una sagra. Ma la sagra è legata al culto di Sant’Ippazio, patrono di Tiggiano, la cui festa cade il 18 gennaio.

Inoltre è in questo mese che il raccolto della pestanaca comincia a rendersi disponibile.
Poichè è probabile che il resto d’Italia non sappia cos’è la pestanaca, occorre spiegare che si tratta di un ortaggio, e cioè di una specie di carota violacea, coltivata solo a Tiggiano e pochi paesi limitrofi.

Riprendiamo dal sito della Pro Loco di Tiggiano un testo che spiega le “peculiarità” della pestanaca.

“La nostra pestanaca (sativa) si coltiva per le sue caratteristiche di polpa dolce e commestibile, viene consumata come ortaggio, cruda o cotta, usata anche come aromatizzante per le vivande di uso quotidiano.
Per la sua coltivazione si consigliano soprattutto terreni ricchi e aerati, cresce bene soprattutto in un terreno ben drenato e calcinato, fertilizzato ad alto contenuto di fosfato, e/o concimato con letame maturo della coltura precedente, il terreno va ripulito dai sassi e di altro materiale e coltivato fino alla profondità di 30/40 centimetri e va tenuto umido ma non eccessivamente. Le piantine si diradano quando sono di 2,5 cm. circa, lasciandone una sola per ogni gruppo.

La Pestanaca, è una pianta che si ibrida facilmente, quindi una delle difficoltà maggiori è quella di produrre una semenza della sua specifica varietà; di fatti la varietà “Sant’Ippazio” è gelosamente prodotta direttamente dai coltivatori e non si trova in commercio, ma dal 2001 la Pro Loco si è impegnata a produrla e a inserirla nel circuito attraverso un rivenditore.”

 

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Atheste: quest’anno saranno 65 anni

Atheste , periodico edito dalla Pro Loco di Este (PD), è la testata di pro loco che può vantare maggiore anzianità in Veneto, e fra le prime cinque a livello nazionale per anzianità di pubblicazione. Si capisce quindi la giusta preoccupazione, nella pro loco euganea, che questo patrimonio di “vita cittadina” non vada perso e sia conservato al meglio. E’ stato pertanto avviato, ed è attualmente in corso, il non banale lavoro di catalogazione digitale dei numeri usciti dal 1957 ad oggi. Il lavoro è portato avanti da tre “volenterosi” volontari (scusate il banale gioco di parole), che si ritrovano settimanalmente nella sede di Piazza Maggiore dell’associazione. Per ogni articolo, vengono caricati nel database titolo, autore ed argomenti. La categorizzazione non è, come si può immaginare, un passaggio facile, e comporta una veloce lettura del pezzo, a cui segue un confronto fra i tre incaricati, non per nulla scelti di età diverse.

Non resta che augurare un “buon lavoro”.

 

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Ultimo saluto al Papa emerito (1)

Oggi, nel giorno dei funerali a papa Benedetto XVI, riprendiamo dalla newsletter della Pro Ruscio un articolo dedicato ai particolari legami di quel papa col territorio rusciaro

       

Giovedì 5 gennaio

Nel giorno dei funerali del Papa Emerito Benedetto XVI, riscopriamo i legami con il nostro territorio.

Oltre alla scelta del nome Benedetto, grandissimo Santo che ebbe i natali poco distanti da Ruscio, tutti noi ricordiamo commossi il saluto del nostro compaesano Pietro Cicchetti, Suo autista, al momento di lasciare Roma per Castel Gandolfo al momento delle Sue dimissioni. 

E poi la notizia che il Papa sarà sepolto nella cripta di San Pietro indossando un anello con l’effige del Santo Nursino, dono di un altro nostro compaesano, il Monsignore Reali, Vescovo Emerito della diocesi di Porto e Santa Rufina, il nostro Don Gino.

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