Pro Loco vuol dire comunità

Vi proponiamo questo articolo ripreso dal numero estivo 2022 de La Barrozza, notiziario quadrimestrale della Pro Ruscio APS, uscito nei giorni scorsi. L’articolo è di Renato Peroni, presidente onorario dell’Associazione. I concetti espressi, anche se nello specifico sono indirizzati all’interno dell’associazione, sono facilmente estensibili a tutto il mondo dell’associazionismo Pro Loco.


Pro Loco vuol dire comunità       

Con tanta perseveranza, collaborazione e partecipazione abbiamo contribuito a far crescere la Pro loco di Ruscio. Abbiamo continuato a far vivere una Associazione che pochi fondatori, nati o oriundi di Ruscio hanno voluto far nascere, spinti prevalentemente da un profondo sentimento di amore per il proprio paese natio, al fine di creare una struttura per mantenere le tradizioni del territorio e rendere più fruibile e bello Ruscio. Ed è quello stesso sentimento di amore per il proprio paese che pervade ciascuno di noi e che sentiamo profondamente radicato nel nostro animo per quel debito che dobbiamo alle nostre origine, ai nostri nonni e ai nostri genitori. Guardando indietro e ripercorrendo la strada percorsa dal 1967, anno della fondazione della Pro Ruscio, non possiamo che sentirci tutti orgogliosi del cammino fatto ed avere oggi una Associazione che può vantare addirittura la proprietà di diverse strutture: Campo di calcio con annessi campo di tennis, campo di pallavolo e zona di gioco per bambini; Parco del Corno con piantumazione di diverse specie di alberi corredato da impianto di irrigazione e zona barbecue per ritrovi all’aperto; Ex Asilo parrocchiale recentemente ristrutturato e reso operativo con diverse strutture (riscaldamento, impianto di diffusione voce e musica, cucina e bagni) grazie anche al contributo di un bando europeo e fruibile dalla Comunità di Ruscio per manifestazioni pubbliche e private; nuova struttura, a Piazza dei Sei, da restaurare per la realizzazione dell’Ostello 499 quale Sede operativa della Pro Ruscio con annessi locali per l’accoglienza dei pellegrini del Cammino di San Benedetto (già fatta domanda di partecipazione ad un bando europeo). La Pro Ruscio è una Associazione di volontariato pubblicamente riconosciuta dagli Enti pubblici del territorio e in primis dal Comune di Monteleone di Spoleto e dalla Regione Umbria; regolarmente iscritta al Terzo Settore come Associazione di Promozione Sociale (APS). Bene, ma tutto questo non basta. Una Associazione per vivere ha bisogno non solo di strutture ma soprattutto di iscritti e questi non possono che essere persone della Comunità; una Pro loco non è proprietà esclusiva di alcune persone ma è della Comunità che si identifica attraverso gli iscritti. E più sono gli iscritti all’Associazione e più questa si identifica con la Comunità. Ma questa necessità di crescita per coinvolgere tutti i componenti della Comunità può nascondere qualche insidia se i responsabili dell’Associazione non si fanno attenti nel costruire le regole democratiche di comportamento condivise dal Consiglio e dall’Assemblea dei soci. Infatti questa necessità di crescita, coinvolgendo tutta la Comunità, può con il tempo far nascere alcuni problemi di convivenza tra i soci per la loro eterogeneità culturale, per la diversità delle loro idee sulla gestione associativa, per le loro diverse necessità legate alla vita collettiva, per la diversità di ideologia religiosa o partitica, per i contrasti esistenti nei rapporti interpersonali e di famiglia. Sotto questo aspetto lo statuto della Pro Ruscio parla chiaro: art 3 “ L’Associazione non ha fini di lucro, è apartitica e aconfessionale e si ispira ai principi di solidarietà, sussidiarietà, democrazia e pluralismo.” Quanto riportato nello statuto significa che l’azione della Pro Ruscio non deve essere condizionata da alcuna linea volta a favorire alcune persone a danno di altre ma anzi deve esercitare una “politica di equidistanza” dagli interessi di singole persone o di gruppi appartenenti alla Comunità anche se soci e assumere un atteggiamento conciliante per risolvere eventuali dissidi tra i soci e altri soggetti appartenenti alla Comunità. Il pluralismo insito in una Comunità può costituire un reale valore aggiunto all’azione della Pro Ruscio a condizione che ci sia la massima collaborazione per il raggiungimento di obiettivi deliberati in Assemblea con la partecipazione e il contributo fattivo di tutti i soci. Spetta ai Responsabili dell’Associazione realizzare incontri informativi atti a realizzare lo sviluppo di un sentimento di appartenenza e ad evidenziare il valore civico del volontariato orientato alla solidarietà verso tutti gli appartenenti alla Comunità. Lasciamo nella sfera privata i risentimenti e i contrasti tra persone e non coinvolgiamo la Pro loco in questioni che sono apertamente in contrasto con le finalità sancite dallo Statuto. Con la Pro Ruscio siamo riusciti a creare una struttura autonoma, reale e concreta, a disposizione della Comunità di Ruscio; non lasciamoci sfuggire questa opportunità per il futuro di Ruscio e per la crescita culturale e sociale della sua Comunità; cerchiamo di far prevalere il buon senso nei nostri comportamenti per scegliere vie concilianti nei rapporti tra gli appartenenti alla Comunità stessa; facciamo prevalere il NOI abbandonando l’egoistico IO. Parafrasando una frase famosa di Massimo D’Azeglio “ Abbiamo fatto l’Italia ora dobbiamo fare gli italiani” che metteva in evidenza le molte situazioni difficili in cui erano forti i conflitti e le tensioni sia sociali che politiche esistenti nel 1861 (e forse ancora oggi!), nel nostro caso mi verrebbe quasi di dire “Abbiamo fatto la Pro Ruscio, ora dobbiamo fare i rusciari”.

Renato Peroni – Pro Ruscio APS

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Per tutti, di tutti e con tutti

Il Pais: per tutti, di tutti e con tutti. Questo il titolo dell’articolo di apertura del numero di giugno del mensile monferrino, scritto dalla Responsabile di Redazione.

Sono riflessioni rivolte ai propri lettori, ma sono senz’altro estensibili alle nostre testate caratterizzate dall’essere tutti giornali di più o meno piccole comunità locali.

“Quale funzione ha un media locale come Il Pais d’Lu? Quale senso ha?” questa è la domanda da cui parte l’articolo.

Le risposte sono abbastanza articolate, e ne riportiamo solo un estratto: “La forza del Pais è proprio quella di fare di necessità virtù, ossia di vivere grazie al lavoro dei lettori stessi. Infatti, il prodotto locale è la somma di tutti i contributi raccolti e che, qualora venissero meno, ne inficerebbero la portata in termini di qualità e varietà. Certo questo speakers’ corner, questo “angolo degli oratori” va costantemente alimentato, usato e oliato costantemente, proprio perché questa libertà di informazione attiva e passiva costa lavoro e fatica.  …  Il Pais è soprattutto uno spazio pubblico, un bene comune, un non-luogo di tutti e per tutti. Come ogni spazio pubblico va curato e mantenuto decorosamente, poiché di tutti non vuol dire di nessuno”

 

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“Transumanze”, voce delle Pro Loco abruzzesi

E’ nata Transumanze, la nuova testata destinata ad essere “la voce delle Pro Loco abruzzesi”, come ne recita il sottotitolo.

Il professor Gabriele Di Francesco, responsabile della Comunicazione per UNPLI Abruzzo, aveva dato anticipazione dell’imminente uscita in occasione del 9° Incontro dei Giornali Pro Loco, svoltosi il 2 aprile in quel di Caselle Torinese. Ed è stato di parola.

Il numero zero, in attesa delle procedure burocratiche di registrazione, è pronto e disponibile, con 32 pagine molto curate graficamente e splendidamente illustrate.

Nel primo editoriale  Gabriele Di Francesco (che della nuova rivista oltre che ideatore del progetto è direttore responsabile) spiega i legami fra la pratica della transumanza, inserita dal 2019 fra i beni culturali immateriali Unesco, e i territori d’Abruzzo, nonchè i significati odierni.  “Vivere in transumanza è anche trasmettere uno specifico know-how identitario alle generazioni più giovani, attraverso le attività quotidiane, garantendo la vitalità delle pratiche e dei pensieri. È infine anche turismo culturale esperienziale, per apprendere modi e stili di vita”.

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50 anni fa, a Corneliano d’Alba

Così sull’ultimo numero del bimestrale La Chiacchiera , della Pro Loco di Corneliano d’Alba, si ricorda l’avventura editoriale partita 50 anni fa nel piccolo centro del Roero.

E questo è il numero esatto. 50 anni fa iniziava, con una scommessa che ci sembrava azzardata, la nostra avventura. Era una stagione propizia. Le associazioni di volontariato nascevano, almeno nella nostra zona in modo esponenziale. Le Pro Loco e le altre associazioni legate al territorio, ai valori di tutela dello stesso e alle idee di partecipazione si esaltavano nella ricerca di esperienze tuttora ritenute innovative ed emozionali, interrogavano la politica locale, la stimolavano e a volte anche con una sorta di provocazione ricercavano il confronto. Tutto ciò ci faceva sentire protagonisti. Nei nostri paesi mai si sviluppò una estremizzazione della dialettica politica violenta che aveva provocato gli anni di piombo con una deriva confusa e spesso contraddittoria. La provenienza per molti di noi da esperienze legate a contesti umanitari che avevano appoggiato le riforme del periodo (leggi statuto dei lavoratori, diritto di famiglia, referendum sul divorzio, ecc.) e anche le nuove visioni ecclesiastiche legate alle idee progressiste del Concilio Vaticano II, alla chiesa brasiliana con la teoria della liberazione, (e da noi il cardinale Michele Pellegrino con Camminare insieme) ebbero come conseguenza lo sviluppo di un servizio “dal basso”, sentito come “missione” e che ci legava sempre più alle nostre comunità. Un giornale locale a nostro giudizio diventava non solo un momento culturale di ricerca, di documentazione scritta, di memoria visiva, ma una vera necessità politica rappresentativa delle nostre realtà locali.

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Come contrastare il calo degli abbonamenti

La redazione del quindicinale Il Tornado lancia l’allarme: il numero degli abbonamenti al giornale, raggiunta la punta storica di 1250 qualche anno fa, è ora in discesa e si sta pericolosamente avvicinando a quota 1000. “Cercheremo di fare il possibile per mantenerla e risalire la china”. Si sente la concorrenza dei social, che diffondono le notizie in tempo quasi reale. La carta stampata, oltre ai normali tempi di compilazione, sconta anche gli ormai abituali ritardi nella distribuzione postale. “Si impone uno sforzo da parte nostra per battere strade nuove, scovando notizie ancora più interessanti e offrire approfondimenti che l’immediatezza dei social non può offrire”.

 

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Saluto a Bianca

Lutto a Tiggiano e nella redazione del bimestrale 39° Parallelo per la scomparsa, il 3 aprile scorso, della professoressa Bianca Paris, direttore editoriale della rivista. 

Dal numero di giugno di 39° Parallelo riprendiamo il ricordo che ne fa Ippazio Martella:

SALUTO A BIANCA

Voglio ricordare due date importanti che hanno segnato la vita del giornale: il 1° giugno 2001 data della fondazione e il 3 aprile 2022 giorno in cui il direttore editoriale Bianca Paris ci ha lasciati.

Mi faccio convintamente interprete del pensiero di tutti i componenti della Redazione che nell’arco degli anni si sono avvicendati e hanno avuto l’opportunità di conoscere ed apprezzare Bianca. La sua presenza all’interno del gruppo di lavoro non è stata solo una guida ma all’occorrenza un faro capace di illuminare ombre e lacune originate dalla mancanza di cultura giornalistica e di cultura generale di cui lei possedeva un bagaglio ben colmo. Ringraziamo Bianca per essere stata fra noi e con noi in questa esperienza editoriale. Lei ha sempre desiderato che l’avventura di 39° Parallelo continuasse e noi continueremo con determinazione in questo impegno. La Redazione formula un accorato addio con grande affetto al quale si unisce l’assemblea dei soci della Pro Loco che nel giugno 2012 ha voluto insignirla del titolo di socia onoraria dell’Associazione.

“Sol chi non lascia eredità d’affetti, poca gioia ha dell’urna … (I Sepolcri, di Ugo Foscolo)

Ippazio Martella

Noi di Gepli ci uniamo nel cordoglio agli amici di Tiggiano

 

 

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