Sagra del fungo cardoncello: definite le date

A Ruvo di Puglia la 14^ Edizione della Sagra del Fungo Cardoncello: 10-11 novembre 2018

Ecco le date della sagra più attesa, che fonda le sue radici sul prodotto più tipico e caratteristico del Parco Nazionale Alta Murgia: il fungo cardoncello.
Il nuovo format “Cardoncello on the road” mira a far conoscere sei località all’insegna della tradizione, della cultura, dello spettacolo, della musica e, la possibilità di assaporare un prodotto per eccellenza del territorio murgiano: il Fungo Cardoncello.
Grazie all’impegno profuso da ogni Pro Loco che opera sui territori un programma ricco e vario, che potrà dare modo a tutti, adulti, bambini, giovani e meno giovani, di trascorrere ore e giornate piacevoli alla scoperta o alla riscoperta dei luoghi.
Rocco Lauciello, Presidente delle Pro Loco Unpli Puglia presenta così il progetto “Cardoncello on the road”: “Aggiungiamo un nuovo tassello; nulla è fatto per caso, dietro le nostre scelte c’è una ferma volontà di tutelare, valorizzare e far conoscere uno dei prodotti più identitario del territorio, che merita una considerazione maggiore rispetto a quella attuale.
Crediamo che il format “Cardoncello on the road” possa rappresentare, oltre che una bellissima tradizione, anche un volano per l’economia del nostro territorio. Noi abbiamo lanciato una nuova sfida, cercando di suscitare reazioni e stimoli necessari alla creazione di un vero brand legato al fungo Cardoncello. Il primo passo è far conoscere il nostro fungo tramite le peculiarità della nostra sagra, cioè cultura, musica e divertimento.”
Tutto pronto quindi per “Cardoncello on the road”.
Ecco le date per tutte le località:
21 Ottobre: Poggiorsini;
27/28 Ottobre: Minervino Murge;
3/4 Novembre: Spinazzola;
10/11 Novembre: Ruvo di Puglia;
17/18 Novembre: Gravina in Puglia;
24/25 Novembre: Cassano delle Murge.

Ruvo di Puglia, arriviamo!!!

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Raduno dei Vigili del Fuoco a Frascati: siamo alla quarta edizione

E’ da poche settimane che come Gepli abbiamo fatto conoscenza con la Pro Loco di Frascati e con il suo giornale, “La voce di Frascati e Colli Albani”.
Ne abbiamo parlato in un post di agosto.
E’ pertanto con grande piacere che pubblichiamo sul sito di Gepli la locandina di una delle loro manifestazioni più importanti, che si svolgerà fra una settimana,sabato 6 ottobre. Parliamo del 4° Raduno Regionale dei Vigili del Fuoco. Un evento nato nell’ambito della Pro Loco, e da loro organizzato col patrocinio dell’Amministrazione Comunale.
Sarà senz’altro un grande successo.

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Mura ciclopiche

Interessante articolo, dal titolo “Mura ciclopiche. Storiche ed attuali testimonianze umane”, sulla prima pagina di Frintinu me, bimestrale della Pro Loco di Ferentino. Ne è autore Luigi Sonni, presidente di tale Pro Loco.
Le Mura Ciclopiche di Ferentino, risalenti come la città stessa ad un periodo largamente antecedente la nascita di Roma, sarebbero un fiore all’occhiello sotto l’aspetto turistico per la città, se non versassero da sempre, come ben spiega Sonni nel suo articolo, in uno stato d’abbandono poco decoroso, deturpate da scarichi fognari impropri e balconcini “moderni”.
La Pro Loco lancia, come suo dovere, un appello all’Amministrazione Comunale (fra l’altro, di recentissima riconferma), perchè intervenga per contenere lo scempio.

Per leggere il numero in questione di Frintinu Me, ecco il link:

Fai clic per accedere a frintinume…agosto2018.pdf

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Centocinquanta chili di cassata


Oltre centocinquanta chili di cassata suddivisa in oltre seicento porzioni. Si è concluso così, domenica 2 settembre, l‘incontro con la pasticceria artistica siciliana. Ecco la cronaca di quanto successo domenica 2 settembre, in quel di Castroreale, e che abbiamo potuto seguire in diretta, sul gruppo what’s up GEPLI, tramite i nostri corrispondenti Mariella Sclafani e Domenico Interdonato.
La manifestazione, ideata dall’Associazione “L’Aquilone” Onlus di Messina, si è svolto in sinergia con la Pro Loco “Artemisia” di Castroreale, l’Associazione culturale “Duciezio” Maestri pasticceri siciliani, le aziende “Zappalà Orgoglio di Sicilia” e “Canditfrucht”, e con la partecipazione straordinaria di Alex Caminiti, artista messinese di fama internazionale.
Alle 17,30 dopo i saluti istituzionali, c’è stata l’apertura dei lavori con il giornalista Domenico Interdonato, che ha presentato l’evento dedicato alla Sicilianità, all’Arte e al Sociale. Nel salotto culturale creato in piazza, Interdonato ha realizzato diverse interviste, fra cui di nostro maggiore interesse quelle a Mariella Sclafani, che ha ricordato la grande mole di lavoro svolta durante la partecipazione al concorso nazionale “Borgo dei Borghi”, e a Maria Miano presidente della Pro Loco Artemisia, la quale si è soffermata a far conoscere le attività della Pro Loco, soffermandosi sul Castroreale Jazz Festival, che quest’anno ha raggiunto la maggiore età, 18 anni di successi e di grandi soddisfazioni.
Intorno alle ore 20 un sentito applauso ha scandito l’ultimazione dei lavori di pasticceria. Sono seguite le foto di rito e la distribuzione dei 150 chili di cassata, prima ai bambini e poi a tutti gli altri. L’attesa è stata premiata dalla bontà; in pochi minuti i volontari hanno distribuito oltre 600 porzioni del tipico dolce.

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Crollo del viadotto Morandi: la testimonianza di un soccorritore

Dal giornale Cose Nostre, di Caselle Torinese.

La vigilia del ferragosto di quest’anno difficilmente ce la potremo scordare. Su quel maledetto viadotto ci siamo passati tutti, per lavoro o per piacere. Quanto è capitato alle 43 vittime, poteva capitare a ciascuno di noi: questo è il pensiero immediato in quel mezzogiorno in cui si è diffusa la notizia. Tante ora le polemiche sul disastro, e sulla domanda se poteva essere evitato. Nessuna critica invece sulla macchina dei soccorsi, ed è di questa che vogliamo parlare, grazie alla testimonianza di un nostro concittadino, vigile del fuoco, presente sul posto nelle ore e nei giorni immediatamente successivi all’evento.

Ve lo presentiamo. Si chiama Gioacchino Alfino, per tutti Jack, classe 1970, casellese da sempre. Ci ha indirizzato a lui un altro vigile del fuoco casellese, Mauro Cavallo, che tutti ricordiamo per i soccorsi al Rigopiano; Genova, questa volta non gli è toccata: essendo appena smontato da un altro turno, non era in servizio la vigilia di Ferragosto. Come Mauro, anche Jack arriva dal distaccamento dei vigili del fuoco volontari di Caselle. Jack vi era entrato a 21 anni, nel 1991. “Ho operato come volontario fino al 2007. Il distaccamento di Caselle è stata per me una grande scuola, e non posso non citare, come maestri anche di vita, Gianfranco Cavallo prima e Roberto Turletto poi. Nel 2007, la grande opportunità di diventare vigile del fuoco a tempo pieno, al Comando Provinciale di Torino. La realizzazione di un sogno. Per me il mestiere più bello del mondo. Una scelta di vita. Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato a realizzarla.”

Veniamo a quel 14 agosto. “Io facevo parte della colonna montante in quel giorno. Come in qualunque giorno dell’anno, con turni di 12 ore, al Comando ci sono due sezioni operative pronte all’intervento. Quando arriva la chiamata, entro pochi minuti si deve partire. Nel caso di eventi grossi, la mobilitazione arriva dal Centro Operativo Nazionale, che definisce quali Direzioni Regionali coinvolgere, in genere privilegiando la vicinanza geografica al luogo dell’evento. Nel caso del viadotto Morandi, la chiamata per i necessari rinforzi è arrivata alle Direzioni di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.
Delle circa 100 unità mobilitate in Piemonte, una quarantina riguardava il nostro comando provinciale di Torino. Dalla caserma di Corso Regina io sono partito con la prima colonna che è uscita; in tutto eravamo in 15: una sezione operativa di 9 persone, un nucleo NBCR di 4 unità, più funzionario ed autista. Era circa mezzogiorno e mezza.
Intanto dal nostro nucleo elicotteri presso l’aeroporto di Caselle decollava per Genova “Drago 66”, il modello più grande fra quelli in dotazione. L’elicottero ovviamente è arrivato prima di noi. All’uscita dell’autostrada a Genova, una scorta di polizia ci ha aiutato ad uscire dagli ingorghi che si stavano creando.
Dopo un veloce passaggio presso il Comando genovese per ricevere direttive, fra le 14,30 e le 15 eravamo operativi sul posto. Scesi con l’aiuto delle scale sul greto del Polcevera, la situazione che si è presentata ai nostri occhi sembrava il set di un film di guerra, o del genere catastrofico. Io comincio ad avere una certa esperienza, avendo partecipato ai soccorsi dopo i terremoti dell’Emilia Romagna e dell’Aquila, e quest’anno a maggio al disastro ferroviario a Caluso. Ebbene, ogni soccorso fa storia a sé, c’è sempre qualcosa di diverso.
In questo caso, impressionante era la dimensione dei blocchi di calcestruzzo conficcati nel suolo. Forse ricordate, dai filmati apparsi nei telegiornali, quello spezzone di ponte con l’asfalto stradale in vista: ebbene, era penetrato nel terreno per diversi metri. Impressionante.
Abbiamo cominciato la ricerca di eventuali superstiti. Nel frattempo ci avevano raggiunto le altre squadre di colleghi: le squadre USAR con le unità cinofile, i SAF, le macchine movimento terra, i gruppi faro. Si sono alzati in volo i droni; grazie a loro e ai nostri elicotteri sono state tracciate le mappe che ci hanno guidato nelle operazioni. A differenza di altre situazioni, eravamo solo noi soccorritori ad operare, senza estranei e curiosi da tenere a bada, come capita in altri soccorsi.
Tecnicamente, insomma, abbiamo lavorato bene, anche se, nella zona a noi assegnata, sul greto del torrente sotto il viadotto, sopravvissuti purtroppo non ce n’erano. E a questo proposito voglio dare il giusto risalto al lavoro fatto dai cani delle nostre unità cinofile: si sono infilati in buchi e fessure impossibili, hanno patito il caldo, tanto che dovevamo bagnarli per dare loro un po’ di sollievo.

Dal pomeriggio di martedì, vigilia di ferragosto, abbiamo lavorato ininterrottamente fino a sabato. Dormivamo sul posto, avendo montato nelle vicinanze tende e brandine: dormire per modo di dire, in casi come questi ti corichi per un paio di ore, tanto per recuperare le forze e poi ricominciare.

Questo è il nostro lavoro, e non lo scambierei con altri per nessuna ragione al mondo”.

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